Premessa

Da molto tempo avevo il desiderio di “inquadrare”in modo corretto il percorso artistico di Paulo Ghiglia. L’ho fatto, anzi, ho cercato di farlo. Con franchezza devo dire che ho anche cercato ispirazione sfogliando altre monografie d’artista ma non ho trovato in nessuna qualcosa di “adatto a raccontare” il percorso di Paulo a più di quarantanni dalla sua morte, ancora carente di una veritiera e completa biografia e bibliografia.

Ho cercato di riassumere, scrivendo un lungo elenco cronologico,con esposizioni, biografia e bibliografia, assomigliante quasi ad un “romanzo” visto il suo passato, a volte avventuroso, artistico e umano del pittore, tratto dagli scritti pubblicati su giornali, cataloghi, recensioni e altre informazioni, frutto della mia ricerca e della raccolta di documenti che partono dagli anni venti fino al 1979, anno della sua morte. Ad esempio,da “ritratti allo specchio” di Letizia Carile, una monografia registrata dallo stesso Paulo e assemblata, appunto, per l’editore Lo Faro nel 1979.

Non mi sono permesso di fare valutazioni critiche, non sarei all’altezza, ho riportato cose già pubblicate che raccontavano del suo passaggio artistico nel novecento, costretto a correggere, ad onor del vero, cose inesatte come ad esempio a partire dallo stesso nome, Paulo e non Paolo, dall’anno di nascita 1905..a volte 1906, e, tristemente aggiungo, qualche volta senza neanche sapere l’anno della sua morte, oppure notizie pubblicate senza aver nessun riscontro provato ripetendo quello già pubblicato prima o, semplicemente, quello già sentito dire senza preoccuparsi di verificare o correggere eventuali inesattezze.

Ribadisco che non ho avuto la presunzione di scrivere tutto il percorso artistico di Paulo Ghiglia. Chi avrà,spero, il piacere di leggere questi miei appunti potrà, o ancor meglio dovrà, se avesse il desiderio e la conoscenza per farlo, aggiungere informazioni a me sconosciute arricchendo il percorso sia biografico che bibliografico dello stesso, finalizzato a una vera, attenta e doverosa inquadratura del percorso dell’artista.

Ricostruendo il suo passato e la sua vita d’artista, mi sono reso conto che,per mia fortuna, ho conosciuto veramente un grande pittore, con i pregi e difetti dell’uomo, che ha vissuto in modo libero e incondizionato da tendenze e mode,rifiutando anche “vantaggi facili“. Ormai quasi dimenticato dal “mercato dell’arte”. Ma vivo, per la sua bella pittura figurativa, oggi apprezzata da pochi “attenti“e, permettetemi, intelligenti collezionisti.

Ho aggiunto qualche mia considerazione, grazie alla conoscenza personale col pittore e di qualche aneddoto che in questi anni ho raccolto. All’inizio racconterò come l’ho conosciuto e frequentato, nell’arco di tempo che va dal 1975 al 1979. Qualche errore temporale di sicuro c’è, ricordarsi tutto quello vissuto dopo più di quarant’anni è forse impossibile anche per gli “scrittori veri”.

Due pensieri che mi hanno “stimolato” per scrivere queste pagine:

Il pensiero di Francesco Gnecchi numismatico amico del famoso gallerista Lino Pesaro, estratto dal suo manuale di monete romane e riportato dallo stesso Pesaro nella presentazione della vendita della sua collezione in Milano nel gennaio 1931 e banditore della stessa: L’occupazione per il raccoglitore intelligente non manca mai, qualunque sia il genere della collezione al quale si è dedicato. Prima è il lavoro-gioco della raccolta,poi quello di classificare,segue quello del catalogare infine il più serio, ma anche il più divertente, e più duraturo ..se l’età consente di arrivarci.. quello di studiare e rendere visibile grazie a pubblicazioni e mostre il risultato delle proprie ricerche. La solitudine per il collezionista non ci sarà mai.

Aggiungo ,per mio piacere e convinzione, anche questo pensiero di Diego Valeri tratto da “Magia della pittura” dal catalogo dell’ VIII premio Michetti 1954 :“che Nascere pittori è, certamente, un privilegio raro; ma più grande fortuna, e non poi così rara, è nascere amatori di pittura. Perchè il pittore, si sa, ha da combattere con la luce e coi tubetti dei colori; con la superficie piana della tela e con la terza (se non quarta) dimensione; con la realtà e con l’idea; con la tradizione e con la novità. Mentre l’amatore di pittura non ha che da mettersi davanti al quadro bell’e fatto, e contemplarlo, appunto, con amore..